2010/2011 – Les Bleus Vénitiens

Les Bleus Vénitiens

Esposizioni:

Castiglione delle Stiviere (MN)
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Villa Brescianelli, dal 8 giugno all’ 8 luglio 2010

Anghiari (AR), Piazza del Popolo
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sala audiovisivi, dal 2  al 12 settembre 2010

 

Dinard (France), 29 rue Jacques Cartier
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Ancienne Temple, luglio 2010

 

Bolzano/Bozen, Piazza Walther 1
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Stadt Hotel Città, dal 30 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011

Presentazione di Manfredo Manfroi, Presidente del Circolo Fotografico “La Gondola” di Venezia.

Venezia è  città d’immagine per eccellenza; la sua bellezza ha ispirato pittori e poeti sin dall’antichità. La fotografia, ultima nata tra le arti figurative, ha trovato nelle mille situazioni che il territorio lagunare offre al piacere dello sguardo,  terreno fertile per la sua applicazione; così è stato sin dall’origine e si può ben dire che con essa il mito di Venezia abbia trovato la definitiva consacrazione. Tutti coloro che per qualsiasi ragione sono entrati in contatto con la città lagunare non hanno potuto sottrarsi al suo fascino e all’obbligo di riportarne un ricordo duraturo spesso rappresentato dall’immagine fotografica. Lunga è stata la schiera degli autori che  nel tempo hanno fornito  versioni diverse ma sempre originali e coinvolgenti. Così è stato anche nella tradizione del grande Circolo La Gondola, di cui Fabrizio Uliana fa parte. Una tradizione risalente all’immediato dopoguerra che consentì, grazie all’obiettivo dei suoi innumerevoli campioni –  Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter e tanti altri – di rinnovare il percorso figurativo allargandolo agli spazi meno conosciuti  ma ugualmente  pieni di poesia e di fascino. E così è anche per Fabrizio Uliana il quale, segnando il suo itinerario descrittivo con una traccia di “bleu”, si cimenta con alcune tematiche tra le più classiche e caratteristiche. Vengono raccontati la barena, luogo primario della nascita della città,  le strette calli con le inedite prospettive, i piccoli episodi della vita quotidiana, gli eventi atmosferici che a Venezia assumono sempre una connotazione speciale. Non manca il confronto con la modernità: le grandi navi, le nuove forme d’arte che sembrano in ogni caso adattarsi a un contesto unico al mondo. Lo sguardo dell’Autore si propone con un taglio classico, senza virtuosismi e con grande padronanza del mezzo tecnico, cercando di contemperare l’oggetto  dell’immagine con lo spirito creativo. Tutto, nelle fotografie di Uliana, assume una suggestione fiabesca, un’aura speciale che ci rimanda in fondo alla vera essenza di questo luogo, sognato e amato  da tutti anche da coloro che non l’hanno mai potuto visitare ma di cui grazie alla fotografia, anche a quella di Fabrizio Uliana, possono assaporarne un frammento, un’impressione. Non è cosa da poco.
e-mail: manfredo.manfroi@alice.it
Venezia, maggio 2010

Fabrizio Uliana:
Les Bleus Vènitiens  fa parte di un “ work in progress” iniziato per scherzo a Natale del 2009  a Parigi quando degli amici, conoscendo la mia passione amatoriale per la fotografia mi hanno chiesto di mostrar loro delle immagini su Venezia.

Abito a Venezia dal 1995 ed è superfluo dire che il primo impatto con Venezia toglie il respiro. E’ sicuramente questa la sensazione che ha chi giunge a Venezia per la prima volta in treno scendendo i gradini della stazione: è una sensazione molto più forte di quanto qualsiasi film, video, pubblicità, libro o altro può procurare.

Venezia colpisce tutti i miei sensi, spesso contemporaneamente, con intensità maggiore di quanto riesca a fare qualsiasi città che io conosca.

E comunque è una città che mi genera odio e amore, una città ritratta su se stessa nel tentativo di sfuggire al soffocamento dell’ovvio e del’omologazione.

Sono sempre stato reticente a mostrare le mie foto su Venezia: la paura di ripetere immagini fotografiche già viste, la paura di essere influenzato con più o meno forza da altri autori, in particolare per me socio di uno dei più prestigiosi circoli fotografici italiani, frequentato nel passato e nel presente da grandi e famosi personaggi.

Cosa avrei potuto esibire su questa città se non foto già viste, immagini impresse nell’album della memoria di ogni persona?

E’ facile trovarsi vincolati a considerazioni di questo genere e aver paura di confrontarsi e non produrre nulla.

Ma perché non accettare la sfida?

Con la consolante verità che, ognuno di noi vede e percepisce in modo diverso e porta con sé esperienze visive diverse, decido di sperimentarmi dandomi l’obiettivo di essere sincero con me stesso, sperando in un risultato non dico originale ma che cerchi di tradurre in immagini ciò che la città mi trasmette e far percepire qualcosa di questi sentimenti, di queste emozioni.Di rappresentare le contraddizioni di questa Venezia cercando di far diventare i miei occhi quelli di Venezia stessa.

E con questa considerazione decido di sperimentarmi scegliendo immagini che ho scattato girovagando per la città da solo, con mia moglie e con gli amici.

Scopro che in tutte le foto si ritrova il blu con le varie gradazioni e da qui il titolo al lavoro.

Ed allora penso a questi scatti:

Scatti di blu come silenzio, condizione propria della bellezza, che ben rappresenta Venezia, un luogo che per chi senza orologio, è capace di guardare la sua anima lungo canali e luminosità improvvise, imprevedibili, che non provengono dalla regolarità del conformismo

Il blu della tranquillità dell’acqua che dona una percezione sensoriale di dolcezza, un contenuto affettivo di tenerezza
Scatti del mistico blu laguna

Scatti del melanconico amore gridato da un lenzuolo

Scatti di un blu cristiano della calma e della serenità di due persone che dialogano immersi in un rosso d’altri tempi

Ma è anche il blu autobiografico della mia angoscia, come quello nero dell’acqua alta; delle mie insicurezze, della mia inquietudine rispetto il mio quotidiano veneziano:

il blu devastante dei maxi cartelloni carichi di una pubblicità ”violenta e invasiva”

Il blu plastica delle coppie in gondola

il blu cianotico causato dai i suoni improvvisi delle sirene delle grandi navi

il blu sangue rettile di Pinault che sembra divorare Venezia

il blu venoso di una emorragia di abitanti, ormai sotto i 60.000 che sopporta ogni anno la frequenza di venti milioni di persone, la decadenza di una città di sangue blu.

Un lavoro iniziato con 12 foto, con un itinerario, come dicevo inizialmente, work in progress per testimoniare la Venezia del futuro e di altre città d’acqua soprattutto per quanto attiene il tema del water front in questo incontro difficile:
tra terra e acqua;
tra memorie storiche e progettazioni avveniristiche;
tra “quattro ciacole in campo” e spaesamenti emergenti.

Sperando comunque che la bellezza non sarà sepolta ma sarà salvaguardata, per poterci ancora salvare come dice Dostoevskij.”
Fabrizio Uliana

Esposizioni:

Tutte le immagini sono state prodotte in un’unica stampa su carta Kodak Ultra endura HD, cm 30 per 45; autografate sul retro.
Le foto in esposizione sono state stampate su carta Kodak Ultra endura HD ed incollate su supporto forex.
Per la mostra di Anghiari sono state stampate in formato cm 40 per cm 60 le seguenti immagini: Bleu comme une orange; Bleu lagune; Bleu Aereogare; Bleu Burano; Bleu Veritas; Blu carnevale; Blu costa; Blu lacoste; Blu mostre; Blu palina; Blue coppia; Blu S. Marco.
Per la mostra di Bolzano: sono state stampate in formato cm 60 per c  90 le seguenti immagini: Bleu miroir; , Sang bleu.  In formato cm 80 per cm 100 le seguenti immagini: Carte bleu; Bleu bateau; Bleu lagune.

© Fabrizio Uliana 2010;
archivio F. Uliana