Errore/Errare


Vi invito all’inaugurazione della mostra fotografica del 

CIRCOLO FOTOGRAFICO LA GONDOLA VENEZIA

Errore/Errare

giovedì 18. 04. 2024 – ore 18.00
San Donà di Piave (VE)
Piazza Indipendenza, 13
Spazio Mostre Battistella
Io non ci sarò!
Ma sono esposte due mie immagini
© 20200717 JeanPaul
© Fabrizio Uliana 20200717 JeanPaul
© Fabrizio Uliana 20200108 Venezia: S. Lucia

”ERRORE, ERRARE” 
Cieco alle colpe, il destino può essere spietato con le più piccole distrazioni” J.L. Borges

Ho fatto giusto, ho   fatto bene?  Questo interrogativo ci assilla tutti i giorni, ripetutamente, e la possibilità di un “errore” spesso condiziona l’agire. Però, quando c’è di mezzo la tecnologia, spesso è un sollievo: è andata male, il risultato non è quello che mi aspettavo, ma non è colpa mia, ma della “machina” che ha sbagliato. E così, sia nell’espressione artistica digitale che, in parallelo, nella digitazione di un tasto di smartphone o di un computer, ci si crea un’isola di irresponsabilità. Salvo, poi, rivalutare questo “errore” e la sua influenza sul nostro fare, sotto molti aspetti. Nel mondo della pratica artistica (e qui ci mettiamo anche la fotografia, senza timore di essere smentiti) riconoscere un “errore” è esperienza spesso problematica. Ogni artista sa che sbagliare può anche essere un errore di percezione, primo di tutto proprio, e poi, degli altri. E ciò perché, per dirla tutta e in modo chiaro, l’errore è questione di contesto e di soggettività. Clément Chéroux, autore nel 2003 di un fortunato quanto incompleto libro sull’errore, lega il concetto dell’errore (e il suo utilizzo) in fotografia a quello di mimesis.  In sintesi, ogni deviazione dalla dimensione mimetica viene vista come un fallimento, stante il fondamentale collegamento dell’immagine alla realtà. Ma questa considerazione è smentita dalla miglior letteratura sull’argomento in quanto il rapporto con il referente deve venir visto in relazione alle molteplici “coordinate simboliche che determinano quello che sperimentiamo come realtà» (S. Žižek). In questo continuo gioco di specchi (opachi) tra qualcosa che chiamiamo “errore” e qualcosa d’altro che individuiamo come “realtà”, ecco le opere fotografiche di questa mostra che si vogliono rivolgere esclusivamente ai fruitori per innescare processi mentali di riconoscimento, disvelamento, appropriazione, rifiuto, adesione, contestazione, ecc. Ciò che si chiede al fruitore è di verificare gli “errori” esposti e compiere un doppio riconoscimento: quello della realtà e quello dell’errore fino anche a negarli e ritenere il tutto un processo canzonatorio messo in piedi dall’autore. Di qui, l’errare, ma con un duplice significato: come vagabondare senza riferimenti esteriori del fruitore e come erranza dell’autore nel deserto del reale. 

Massimo Stefanutti
Presidente Circolo Fotografico La Gondola