IN CONVERSAZIONE CON NINO MIGLIORI


Quelli che seguono sono dei pensieri di Nino Migliori tratti da un intervista realizzata il 20 giugno 2016 da Enrico Ratto e pubblicata da Maledetti Fotografi
www.maledettifotografi.it

“Ognuno di noi interpreta la realtà attraverso la propria cultura che è, come spesso mi piace citare, ciò che rimane quando si è dimenticato tutto”

“… , uno dei miei punti di riferimento è Lucrezio e il suo De rerun natura che mi portò a realizzare il primo lavoro su questo tema Herbarium nel 1974. Tratta della bellezza e del su inesorabile mutamento fino alla dissoluzione, ma che mantiene fascino e piacevolezza ance nel momento della morte”

“Per quanto mi riguarda la fotografia è comunicazione, è necessità di raccontare qualcosa, significa esplicitare un’idea, un sentimento, un pensiero per mezzo delle immagini.”

“… per me quello che conto è il progetto, poi se la realizzazione ha anche una piacevolezza visiva si ottiene il massimo.”

“Il bello è una categoria che cambia nel tempo, quindi non è assoluto.”

“Chi insegue il bello fine a se stesso non può replicare con minime variazioni un modello e questa è una cosa che  mi annoia, perché, come già dicevo, quello che mi interessa è il progetto cioè la capacità di raccontare. E se vuoi scriveree racconti diversi non puoi proporre sempre lo stesso stilema.”

” I tre punti di riferimento che mi hanno sempre accompagnato sono Lucrezio, che ho già citato, Leonardo e Duchamp.
Leonardo per l’ininterrotta ricerca, per il desiderio di sperimentare ad oltranza, per la consapevolezza che non si è mai arrivati: Duchamp per la necessità di rompere le regole, per il piacere di fare indipendentemente dal plauso, addirittura di progettare senza realizzare.”

“Sostanzialmente tutto è sottoposto a metamorfosi, cambiamo in continuazione con il rinnovamento cellulare”